Rock News

Bruce Springsteen sull'uso di droghe nella E Street Band: "È un loro problema, ma sul palco devi restare sobrio e dare il massimo"

Il Boss: "La vita da rockstar è la morte, è una truffa. Morire giovane è un affare solo per le case discografiche"

Bruce Springsteen sull'uso di droghe nella E Street Band: "È un loro problema, ma sul palco devi restare sobrio e dare il massimo"

06/11/2024

«Uno degli elementi fondamentali della mia band è il ricordo» ha detto Bruce Springsteen parlando della E Street Band, il gruppo di musicisti che lo accompagna sul palco dal 1972, «Credo sia una cosa molto importante: nella famiglia, nel tuo paese anche nella tua band. Rendi onore alle persone che hanno dato tutto». Nella prima formazione della E Street Band ci sono il bassista Garry Tallent, il tastierista David Sancious, che aveva una sala prove nel garage della casa dove abitava con la madre al numero 1107 di E Street a Belmar, New Jersey, il batterista Vini “Mad Dog” Lopez, il tastierista Danny Federici e il sassofonista Clarence Clemons.

Solo Garry Tallent è rimasto nella band che accompagna oggi Springsteen sul palco. David Sancious ha lasciato per formare la band jazz fusion Tone, Vini Lopez è stato mandato via (si dice perché era troppo attratto dal lato trasgressivo del rock’n’roll) e sostituito da Ernest “Boom” Carter e poi da Max Weinberg, che arriva nel settembre 1974 insieme a Roy Bittan, seguito un anno dopo nell’agosto 1975 dall’amico di sempre Little Steven Van Zandt. Gli ultimi ad arrivare sono Nils Lofgren e Patti Scialfa, che entrano nella E Steet Band per il tour di Born in the Usa, la violinista Soozie Tyrell nel 2002 e la sezione fiati The Miami Horns, usata per la prima vota durante l’esibizione al Superbowl del 2009.

Danny Federici è morto il 17 aprile 2008, un mese dopo essere salito sul palco con Bruce per l’ultima volta a Indianapolis, e viene sostituito da Charlie Giordano: «Danny era un pilastro del nostro suono» ha detto Springsteen che gli ha dedicato l’album Working on a Dream, «Ha suonato al mio fianco ed è stato un grande amico per quaranta anni», e Clarence Clemons ha lasciato un grande vuoto al centro del palco (è morto il 18 giugno 2011), colmato dal talento e dalla presenza sorprendente di suo nipote Jake Clemons. «Quando sali sul palco cerchi di riparare te stesso, di curare le tue ferite e le tue difficoltà» ha detto Bruce che ricorda sempre i due membri della band in concerto, «E facendo questo, cerchi di fare lo stesso per il tuo pubblico. Affronti anche il loro dolore».

Bruce Springsteen ha anche parlato dei pericoli e dei lati oscuri del successo e della celebrità che hanno portato via talenti giovanissimi in ogni epoca e in ogni genere musicale, da Jimi Hendrix a Kurt Cobain all’ultima popstar tragicamente scomparsa, Liam Payne: «Non è una rarità nel mio mondo. Il music business mette un’enorme pressione su giovani ragazzi che si perdono nelle difficoltà, e cercano di rifugiarsi nell’alcol e nelle droghe per alleviare quella pressione. È una situazione che conosco bene, anche nella mia band abbiamo dovuto affrontare dei problemi». Nella E Street Band però Bruce ha imposto da sempre una regola, anzi: «Un patto. Non mi interessa quello che fai, ma se quando sei sul palco non sei completamente presente e concentrato, allora è un problema. Voglio che resti sobrio e dai il massimo». Nessuno nella storia della E Street Band è morto per cause non naturali, ha detto Springsteen: «Ne vado fiero. La vita da rockstar è un culto della morte, è una truffa. Morire giovane è un affare solo per le case discografiche».

Rock News

Foto

Virgin Radio sempre con te!

disponibile su

tracktracktracktracktrack