Rock News
27/03/2025
Il 7 maggio 1992, prima di un concerto dei Red Hot Chili Peppers al club Quattro di Tokyo in Giappone, John Frusciante dice agli altri membri della band che non è in grado di salire sul palco. “Era impossibile rimanere, sentivo una voce in testa che mi diceva: non ce la puoi, non sopravviverai alla fine del tour. Te ne devi andare”. John Frusciante torna a Los Angeles, si chiude per tre anni nella sua casa sulle Hollywood Hills e precipita in una spirale drammatica di dipendenza da eroina e depressione (“Ero sempre triste, tranne quando facevo uso di droga. Quindi non mi sono mai sentito in colpa”), registrando canzoni sul suo registratore a quattro piste.
Gli unici che vanno a trovarlo sono Johnny Depp e Gibby Haynes dei Butthole Surfers, che girano anche un documentario di 12 minuti intitolato Stuff per documentare la sua produzione solista, finendo però per mostrare la gravità delle sue condizioni e il caos della sua vita. Nel 1993 trascorre con River Phoenix le ultime ore prima della sua morte per overdose di cocaina ed eroina davanti al Viper Room di Johnny Depp del 30 ottobre 1993 (mentre Frusciante è sul palco con una band che ha chiamato P. formata proprio con Johnny Depp e Gibby Haynes e l’attore Sal Jenco), nel 1994 pubblica il suo primo album solista di musica sperimentale, Niandra Ladies and Usually Just a T-Shirt, seguito da Smile from the Streets You Hold del 1997, un album che Frusciante ha ammesso di aver pubblicato “solo per avere dei soldi da usare per la droga” e che ha ritirato dal mercato nel 1999.
Dopo cinque anni di dipendenze, a 27 anni, John Frusciante è vicinissimo alla morte (e ad entrare nel club delle rockstar scomparse giovanissime) e nel gennaio del 1998 viene convinto dal suo amico Bob Forrest ad entrare in clinica di disintossicazione a Las Encinas, Pasadena. Ma un ruolo importante nel salvare la vita al miglior chitarrista della sua generazione lo ha avuto anche Perry Farrell dei Jane’s Addiction: “Mi ha convinto a smettere” ha detto Frusciante, “Mi ha portato di persona in un centro medico, e prima di entrare io ho cercato di finire tutta la droga che avevo in macchina, nel parcheggio. Quando siamo entrati, Perry ha detto ai medici: forse è meglio se aspettate a dargli delle medicine, ha preso di tutto”.
John Frusciante ha raccontato di aver chiesto aiuto a Perry Farrell anche nei momenti più bui della sua dipendenza: “Una volta l’ho chiamato alle sette del mattino per chiedergli come facevo a togliere i serpenti che mi uscivano dagli occhi. Stavo ore davanti allo specchio del bagno e li vedevo spuntare dai miei occhi, cercavo di prenderli e non facevo altro che ferirmi. Perry mi ha dato un consiglio spirituale, mi ha detto che dovevo trovare un equilibrio tra i miei opposti. E poi mi ha portato un paio di occhiali. Li indossavo sempre, sono diventati la mia arma quando combattevo contro i fantasmi.”
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