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Queen, Brian May racconta i segreti dell'assolo di Bohemian Rhapsody: "volevo letteralmente cantare una strofa con la chitarra"

Il leggendario chitarrista descrive la registrazione del suo assolo, "la realizzazione di un sogno artistico"

Queen, Brian May racconta i segreti dell'assolo di Bohemian Rhapsody: "volevo letteralmente cantare una strofa con la chitarra"

30/12/2021

Per registrarla ci vogliono tre settimane, ovvero lo stesso tempo in cui si riesce a fare un album intero: è una suite musicale lunga sei minuti con sei parti diverse, 200 sovraincisioni, 180 parti vocali registrate una per una e tutte le 24 piste dello studio usate fino in fondo, tanto che il nastro alla fine è talmente pieno che diventa trasparente. È la realizzazione di un sogno artistico, una canzone che Freddie Mercury vuole fortemente e si intitola Bohemian Rhapsody.

I Queen la registrano nel 1975 durante le session del loro quarto album A Night at the Opera, la loro etichetta EMI non vuole pubblicarla perché è troppo lunga ma quando Freddie dà una copia del singolo al suo amico Kenny Everett Dj della BBC Radio che la trasmette per 14 volte in un weekend nel suo programma, la risposta del pubblico convince anche i discografici più scettici a farla uscire come singolo il 31 ottobre 1975:

Bohemian Rhapsody arriva al numero 1 in classifica inglese e diventa uno dei singoli più venduti nella storia del rock inglese e il pezzo simbolo dei Queen. «Se non avesse avuto successo, ci saremmo sciolti» ha detto una volta il chitarrista della band, Brian May.

In una intervista recente Brian May ha raccontato anche come ha creato uno dei momenti più affascinanti di Bohemian Rhapsody, l’assolo di chitarra che collega l’inizio della canzone, una ballad per piano e voce, con quella che Freddie in studio chiamava “La sezione opera” con i cori e il crescendo di voci che porta verso la sezione hard rock, prima del finale.

È considerato uno dei migliori assoli di tutti i tempi: breve, intenso, impeccabile, senza una sola nota in più o in meno del necessario ed incredibilmente lirico, e un intro perfettamente in linea con la melodia cantata da Freddie.  «Sapevamo che era un pezzo speciale fin dall’inizio. Lo abbiamo registrato in momenti separati, tenendo una traccia vocale di Freddie come guida, e poi abbiamo messo insieme le varie parti. Quando Freddie mi ha chiesto un assolo io gli ho detto che volevo cantare una strofa con la chitarra». May ha raccontato che quando ha iniziato a lavorare a quella sezione della canzone, aveva già in mente qualcosa.

«Sentivo una melodia e non avevo idea da dove venisse perché è completamente diversa da tutto il resto della canzone, ma con una sequenza di accordi che si adattava benissimo alla linea vocale. Ho usato la mia chitarra come la voce, in pratica l’ho cantata suonando». May ha detto di non aver fatto molti take e di aver usato pochi effetti: «È uno di quei casi in cui fai qualche take e poi riascolti il primo e capisci che è quello giusto. Non ci sono effetti, solo il tremolo, la moneta da cinque pence che usavo come plettro e il suono del mio amplificatore Vox Ac30».

Secondo quanto hanno raccontato May e anche gli altri membri dei Queen, Bohemian Rhapsody è interamente frutto della visione di Freddie, e la band era entusiasta di aiutarlo a realizzarla: «La magia dei Queen è che continuavamo ad ispirarci e stimolarci a vicenda. Non dimenticherò mai il momento in cui Freddie è arrivato in studio con un nastro su cui aveva registrato un demo di Bohemain Rhapsody, lo ha messo su e ci ha detto: “Ascoltate questo, miei cari. Credo che vi sorprenderà”».

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