Rock News
09/05/2025
Uno dei ricordi più belli della carriera di Robert Plant, voce dei Led Zeppelin e icona del rock anni ’70 è stata l’incontro con il personaggio che più di tutti ha influenzato con la sua voce, il carisma e la presenza scenica una intera generazione di rockstar, Elvis Presley.
Il Re è stato il primo idolo giovanile, la prima star del nuovo genere rock’n’roll, simbolo di una musica creata espressamente per i giovani e i teenager. Tutti i musicisti americani sono rimasti folgorati dall’apparizione di Elvis all’Ed Sullivan Show il 9 settembre 1956 , l’evento televisivo più seguito degli anni ’50 con 60 milioni di spettatori (pari all’82% dell’audience nazionale) in cui ha cantato Don’t Be Cruel, Hound Dog, Ready Teddy e Love Me Tender.
Robert Plant al tempo era un bambino di otto anni nato a West Bromwich, una cittadina operaria nella cosiddetta Black Country, la zona industriale delle Midlands inglesi, ma come ha raccontato lui stesso in un’intervista nel 1994, sogna di diventare come Elvis: «Mi nascondevo dietro alle tende, davanti alla finestra alla francese della tipica casa inglese in cui abitavo, facevo finta che fosse un palco e imitavo Elvis. Quello era il mio ambiente a dieci anni».
Molti anni dopo, dopo aver seguito il suono del blues e la sua voglia di andarsene dalle Midlands per diventare rockstar (se ne va di casa a soli 16 anni, e nel 1965 fonda i Band of Joy con l’amico John Bonham) Robert Plant realizza il suo sogno e incontra Elvis Presley.
È il 1974, Robert Plant è una delle voci più riconoscibili e famose del rock, il Semidio dei Led Zeppelin, la più grande rock band del mondo che ha conquistato l’America con il leggendario tour di 34 date in cui la band si sposta da una città all’altra a bordo di The Starship, un Boeing 720 trasformato nel loro aereo privato.
Elvis è un Re in declino, ma dopo aver finito i suo show a Las Vegas parte per una serie di tour estenuanti in tutti gli Stati Uniti: 168 date nel 1973 e 154 nel 1974. In un’intervista con il conduttore radiofonico Howard Stern, Robert Plant ha ricordato il suo incontro con Elvis dopo uno dei suoi concerti al Forum di Los Angeles: «Elvis aveva occupato tutto l’ultimo piano di un hotel a Inglewood di fronte al Forum, e stava in una di quelle Royal Suite superlussose che si trovano solo in America. Era tutto regale al massimo». I Led Zeppelin sanno che Elvis, come ha fatto con i Beatles il 27 agosto del 1965, vuole incontrare la band che sta prendendo il suo posto nel mondo del rock. «Vendevamo più biglietti di lui, e voleva conoscerci per capire chi eravamo. Era molto contento di sapere che ci piacevano Muddy Waters e Carl Perkisn». L’incontro tra i Led Zeppelin e il Re dura 90 minuti: «Appena l’ho visto gli ho istintivamente preso le misure: era meno alto di me ma aveva la struttura fisica tipica da cantante e una grande energia. Abbiamo passato un’ora e mezzo illuminante e molto divertente con lui, quando se ne è andato l’ho seguito mentre camminava lungo il corridoio. Sembrava felice, ha iniziato a cantare una sua canzone: “treat me like a fool” e io gli sono andato dietro. Ci siamo salutati così, cantando l’uno di fronte all’altro».
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