Rock News
06/04/2021
Josh Homme dei Queens of the Stone Age ha una massima di saggezza da condividere con il proprio pubblico: «Mio padre diceva: se fai una cosa da venti anni e non ti viene sempre più facile vuole dire che la stai facendo male». Invitato dal suo amico Dean Delray nel programma radiofonico Let There Be Talk in cui, come ha detto il conduttore ha fatto una lunga intervista «Sulla musica, la vita e il deserto», Josh Homme ha spiegato anche il suo processo creativo: «In questo momento scrivere canzoni mi viene sempre più difficile, ma so perché. All’inizio della carriera è molto più semplice, sei inesperto e ingenuo e non hai ancora fatto niente e sei guidato solo da quello che ti piace: Josh suona questo». Una fase che è destinata a passare secondo il leader dei Queens of the Stone Age, che ha fondato nel 1996 dopo lo scioglimento dei Kyuss, la band nata nel 1987 intorno a cui è nata la scena “stoner rock” californiana.
«Non può durare troppo perché sennò finisci per copiare te stesso. Ci sono solo due strade possibili per il tuo futuro artistico: crescere o morire. Non puoi restare fermo, devi muoverti». Il primo passo secondo Josh Homme è allontanarsi dal proprio passato: «Stai in piedi sulla montagna di cose che hai fatto, e più alta è questa montagna più la vista è piacevole. Oggi posso essere soddisfatto di quello che ho fatto ma devo continuare ad andare avanti, stare fermo diventa sempre più difficile».
L’ultimo album dei Queens of the Stone Age, Villains, è uscito nel 2017 e nel corso del tour successivo la band ha suonato per la prima volta da headliner al Madison Square Garden. L’ottavo album della band è in lavorazione. Billy Gibbons degli ZZ Top ha rivelato di aver partecipato alle session insieme a Dave Grohl.
Nel frattempo nell’ottobre 2019 sono usciti i volumi 11 & 12 delle Desert Sessions organizzate da Josh Homme al Rancho de La Luna di Joshua Tree insieme a tanti ospiti, da Mike Kerr dei Royal Blood a Les Claypool dei Primus a Stella Mozgawa delle Warpaint fino allo stesso Billy Gibbons.
Josh Homme ha spiegato che la sua esigenza è continuare ad evolversi rimanendo fedele alla sua etica indie, nonostante il successo: «I soldi non significano niente, sono solo un surrogato del duro lavoro e dell’amore per la musica». Ha anche raccontato di aver rifiutato offerte incredibili per fare concerti privati: «Qualcuno ci ha chiesto di suonare alla sua festa di compleanno, non ricordo se a Dubai o in Azerbaijan. È stato molto bello rispondere: pensi di poter comprare quello che facciamo? La risposta è no. Alla fine l’offerta è salita fino ad una cifra ridicola, di quelle che ti cambiano la vita, più viaggio in aereo privato e tutto il resto, ma io mi sono divertito a continuare a dire di no».
Josh Homme ha concluso l’intervista con Dean Delray con un’altra massima di saggezza: «Tutti hanno una cifra alla quale sono disposti a vendersi e per questo ci sono persone convinte di poter comprare qualsiasi cosa. Ma se io non avessi soldi, sarei felice lo stesso».
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